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Cosa succede quando lo Yoga incontra il mondo acquatico? Nasce il Woga, un alleato in più per il nostro benessere! Scopriamo qualcosa di più su questa nuova e interessante disciplina.
Di cosa si tratta?
Il Woga, il cui nome nasce dalla fusione dei termini Water e Yoga, si sviluppa in California una decina di anni fa su iniziativa del terapista Harold Dull. L’idea di quest’ultimo, già fondatore del movimento Watsu (Water Shiatsu), è quella di trasporre i fondamenti della scuola indiana dell’Hatha Yoga in un ambiente acquatico, favorevole al rilassamento e alla concentrazione.
Grazie alla sua fluidità, l’acqua non oppone resistenza e avvolge chi vi si immerge, dando al nostro corpo una piacevole sensazione di ammorbidimento.
Il Woga si pratica in piscine la cui temperatura dell’acqua è compresa tra 33 e 35 gradi, con una profondità massi. L’assenza di gravità nell’acqua favorisce e agevola l’armonia dei movimenti da compiere, rendendo questa disciplina semplice e piacevole da praticare a qualunque età.
I benefici sul nostro corpo
Il Woga è un’attività estremamente versatile, che favorisce i movimenti di ogni parte del corpo. Le posizioni create nel corso delle lezioni permettono di esercitare la struttura muscolare, in particolare in corrispondenza di schiena, addome e arti superiori e inferiori. Ma il vantaggio più importante, che rappresenta un vero e proprio plus rispetto allo Yoga tradizionale, è costituito dalla circolazione venosa, favorita dalla pressione dell’acqua. Nella loro versione “acquatica”, le asana (termine che indica le posizioni nello yoga) sono pensate proprio per contrastare la cellulite e altre patologie venose. L’ottimo rilassamento raggiunto durante gli esercizi può anche contribuire ad alleviare fastidiose sensazioni di stress, ansia e insonnia.
Si tratta inoltre di un ottimo esercizio in caso di riabilitazione fisica oltre che per le neomamme, che così possono alleviare il peso sulla colonna vertebrale migliorare l’apporto di ossigeno al feto.
Come funziona
Una lezione di Woga dura normalmente tra i 30 e i 45 minuti, e si focalizza non solo sul movimento corporeo, ma anche sulla respirazione e sulla concentrazione mentale. Lo stretching in acqua aiuta ad abituarsi a una maggiore flessibilità degli arti, mentre le posizioni vengono ripetute continuamente, al fine di abituare il praticante alla loro esecuzione. Tra le Asana più diffuse vi sono quelle tradizionali dell’Aquila e dell’Albero, sicuramente note a chi pratica lo yoga tradizionale.
Per saperne di più e consultare una lista degli insegnanti di Woga autorizzati in Italia, rimandiamo a questo link.
Cosa aspetti? Immergiti (è proprio il caso di dirlo) anche tu in questo mondo!